Glaucoma: come una visita può salvarti la vista

28 agosto 2019
Glaucoma: come una visita può salvarti la vista

Il Glaucoma è una patologia progressiva piuttosto grave che può portare alla perdita della capacità visiva. Colpisce il nervo ottico e dipende dall’aumento incontrollato della pressione oculare. Normalmente all’interno del bulbo oculare circola un liquido chiamato “umor acqueo” che ha la funzione di nutrire importanti strutture come il cristallino e la cornea; nei soggetti sani il liquido in eccesso defluisce attraverso una struttura porosa, nei soggetti affetti da glaucoma viene trattenuto a causa di ostruzioni che ne impediscono il normale deflusso. Questa condizione genera, progressivamente, un aumento della pressione all’interno dell’occhio che, se non trattata tempestivamente, può danneggiare il nervo ottico (componente deputata alla trasmissione di informazioni visive al cervello), provocando nel paziente cecità irreversibile. 

 

Esistono diverse forme di Glaucoma:

  • Glaucoma ad angolo aperto, forma più comune, dove la comparsa della patologia è lenta e progressiva 
  • Glaucoma ad angolo stretto, forma più rara, nella quale l’accumulo del liquido all’interno dell’occhio si manifesta all’improvviso. In questo caso è possibile avvertire sintomi come dolore oculare, nausea e visione sfocata.

 

Come diagnosticare il Glaucoma?
Purtroppo si tratta di una patologia, per la maggior parte dei casi, asintomatica che ostacola la definizione di una diagnosi precoce; quando il paziente presenta i primi segni di riduzione della vista, si è già instaurato un grave danno al nervo ottico con elevato conseguente rischio di cecità. Per questo motivo, sono consigliati controlli periodici nei soggetti a rischio per età o familiarità, in modo da poter intervenire per tempo nel caso se ne evidenziasse l’insorgenza. Generalmente questa patologia si presenta in soggetti over 40, che soffrono di pressione oculare elevata; può colpire uno o entrambi gli occhi.

La visita oculistica per la diagnosi del Glaucoma prevede l’esecuzione dei seguenti esami strumentali:

  • Tonometria: per la misurazione della pressione intraoculare
  • Oftalmoscopia: per l’analisi dello stato di salute del nervo ottico
  • Perimetria: per la misurazione del campo visivo e della sensibilità retinica
  • Pachimetria: per la valutazione dello spessore della cornea.

 

Il trattamento
Per salvare la vista del paziente è necessario che la patologia venga riconosciuta precocemente, in modo da attuare determinate cure volte alla riduzione della pressione interna dell’occhio e al deflusso del liquido in eccesso. Nello specifico, è possibile applicare le seguenti terapie:

  1. Terapia farmacologica: basata sull’utilizzo di colliri che moderano la quantità di liquido all’interno del bulbo oculare

  2. Terapia laser: applicata mediante l’utilizzo del laser ad Argon o Diodi, generalmente proposta in seguito alla terapia farmacologica, verificatasi inefficace

  3. Terapia chirurgica: indicata solo nei casi in cui le terapie precedenti non abbiano prodotto effetti positivi. Esistono la trabeculectomia (ovvero l’asportazione di una piccola porzione di tessuto oculare) e la sclerectomia profonda (ovvero la creazione di una sorta di “camera di decompressione”), interventi attuati per favorire il deflusso dell’umor acqueo e riequilibrare i valori della pressione all’interno dell’occhio. 

 

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