La tecnica PRK, Photo Refractive Keratectomy, è una tecnica di chirurgia refrattiva che consente di correggere difetti visivi come miopia, ipermetropia e astigmatismo. Prima dell’intervento, che è composto da due fasi, vengono somministrate alcune gocce di collirio anestetico nell’occhio da operare. Durante la prima fase, il medico asporta una parte dell’epitelio (la membrana superficiale della cornea); il tessuto viene asportato con altissima precisione: si parla di circa 1/3 di millesimo di millimetro per ogni colpo emesso. Durante la seconda fase si procede invece a rimodellare la curvatura centrale della cornea tramite laser. Il trattamento laser dipende dalla tipologia di difetto visivo che si sta correggendo:
Un intervento di chirurgia refrattiva PRK è solitamente molto rapido: dura meno di cinque minuti, e uno dei vantaggi principali riguarda la quasi totale assenza di complicanze. Possono infatti comparire opacità corneali centrali legate ad un eccesso della risposta riparativa delle cellule corneali, ma si tratta di un’eventualità molto rara e regredibile nel tempo grazie all’impiego di semplici colliri antibiotici o cortisonici.
Il recupero visivo successivo alla chirurgia refrattiva PRK è progressivo e piuttosto rapido. L’epitelio si riforma coprendo l’abrasione della cornea in tre-quattro giorni, un periodo durante il quale è possibile provare una lieve sensazione di bruciore o fastidio nei confronti della luce.
La terapia medica successiva alla chirurgia refrattiva PRK consiste nell’installazione per una settimana di colliri antibiotici e cortisonici e, nei mesi successivi, di colliri lubrificanti (ovvero di lacrime artificiali).